Marchio

Curiosità:

Sviluppare un logo o impaginare un volantino da veicolare sulla carta o nel web è un lavoro di ingegneria estremamente delicato, nel quale viene messa in gioco la competenza del professionista, che deve avere una ampia esperienza nel campo e che sappia sviluppare l’idea del cliente con precisione per evitare sorprese a lavoro stampato. Ci vuole tempo e passione a diretto contatto con le macchine da stampa, osservare per capire come funziona la bagnatura della litografia, come inspessire il caucciù e conoscere i risultati dei punti macchina delle lastre prodotte dai fotolitisti, per così comprendere come realizzare al meglio una grafica da proporre al cliente, affinché venga perfettamente stampata e dia il miglior risultato possibile. Lo stesso vale per la flessografia o flexografia se bisogna stampare incarti o etichette, bisogna conoscere benissimo anche questa tecnica di stampa, come funziona il trapping e saperlo gestire al meglio per evitare lo schiacciamento del punto. Idem per la serigrafia per la stampa su superfici difficili e per realizzare particolari effetti speciali, bisogna conoscere benissimo i pro e i contro di ogni effetto e quanto questo possa mutare in funzione del supporto utilizzato. Per non parlare del web design che un mondo a parte che si deve per forza combinare con la stampa, per costruire una identità aziendale completa.
Il lavoro del grafico è il più delicato prima di stampare o progettare l'immagine di un sito web, perché se non viene eseguito con estrema esperienza, tutte le fasi successive si trascineranno il difetto dovuto alla superficiale esperienza di chi ha realizzato il lavoro. Ciò nonostante molti privati si improvvisano grafici per risparmiare, preferendo farsi una grafica fai da te gratis. Allo stesso tempo esistono molteplici siti web di tipografie on-line che ti permettono di creare gratuitamente il tuo progetto grafico. Farsi una grafica accettabile fai da te vi fa solo perdere tantissimo tempo. Solitamente il prezzo di una grafica professionale è 56€ a facciata, considerando che vengono impiegate 2 ore di lavoro di un professionista, probabilmente 4 di un inesperto con risultati meno apprezzabili.
Ecco alcune motivazioni per le quali è meglio affidarsi ad un professionista, che non sia solo un grafico, ma anche un appassionato di stampa (tipico esempio è il muratore che lancia la cazzuola contro l’architetto, il quale si crede un creativo dalla mente geniale, col problema che i suoi disegni sono infattibili e costosissimi):

1) Tutta la creatività scaturita nello sviluppo grafico DEVE ESSERE REALIZZABILE ed al tempo stesso efficace, per concretizzare gli obbiettivi del cliente, cioè chi dovrà stamparlo non dovrà mettere le mani al file per correggere elementi di impossibile realizzazione, come filetti sottilissimi che non potrebbero mai andare a registro (un esempio può essere del testo piccolissimo o un riga molto sottile color azzurro sopra un fondo nero, bellissima grafica indubbiamente, tutti saranno contenti quando la vedranno sul monitor, ma a lavoro stampato sicuramente il testo o la riga sottile saranno fuori registro, cioè si vedrà attorno di essi una leggera bordatura bianca). Idem vale per il trapping e la modifica dei colori dalla tricromia RGB alla quadricromia CMYK tramite la tecnica GCR (gray component replacement), pochi sanno veramente costruire un colore, che non è la semplice combinazione dei quattro colori process primari, tutt’altro! Per fare un esempio: un colore va realizzato al massimo con due tonalità tra ciano, magenta e giallo, il nero servirà solo a scurire giocando sulla luminosità. Il bordeaux per esempio va costruito con la sola combinazione di magenta e giallo e nero, in quanto è un rosso scuro, il nero serve solo per scurirlo; ma se si usa anche il ciano si va incontro ad alcuni problemi (l'aggiunta del cyan per esempio avviene in automatico convertendo un file da RGB a CMYK). Per farvi capire, ipotizzzando che il bordeaux (costruito erroneamente con una componente di ciano) venga stampato insieme a degli elementi verdi o blu, che vanno caricati di cyan in fase di stampa perché poco brillanti, scatta un problema irrisolvibile che rovina il lavoro e comporta amare sorprese, avendo quest’ultimi il ciano come componente cromatica primaria che è stata inserita erroneamente anche nel nostro bordeaux, che a sua volta risulterà scurito e desaturato rispetto a quello che avevamo visto a video. Inoltre la tecnica di compensazione del nero permette di creare colori particolarmente brillanti.
Ci sono tanti altri accorgimenti che se non seguiti in fase di progettazione grafica comportano inevitabilmente risultati inaspettati.

2) Il referente deve essere capace di stilare un preventivo con i costi ottimizzati, è per questo che a monte di tutto deve saper incasellare bene tutte le fasi di produzione per produrre lo stampato. Dovrà presentare un preventivo fatto su misura alle necessità del cliente, non deve farlo di testa sua. Al primo incontro col cliente deve sapere cosa proporgli, e poi redigere una quotazione che comprenda tutti gli strumenti necessari affinché l’obbiettivo venga raggiunto. Ma non basta questo, anzi è solo una piccolissima parte nella preparazione di un preventivo di stampa. Spesso per una corporate identity completa di biglietti, brochure, cartelline ecc. più sito web ed eventuale pubblicità il tempo per stendere un preventivo è più lungo della concretizzazione del lavoro. Questo può accadere anche per un biglietto da visita particolarmente curato.
Calcolare i costi vuol dire comprendere tutti gli eventuali scarti di produzione di ogni singola fase di produzione, per esempio un catalogo cartonato normale richiede tutti questi passaggi: si inizia con la l’acquisto della carta della copertina, degli interni, dei risguardi e delle fodere dalla cartiera, e la produzione dei cliché e degli impianti stampa o telai che devono essere tutti più che perfetti, direi abbondantemente perfetti. Si stampano le plance delle copertine e gli interni in offset o digitale che creano scarti; poi le copertine ipoteticamente vanno plastificate e si creano altri scarti di produzione; successivamente si portano in serigrafia per eventuali verniciature speciali, come l’UV, o alcuni elementi vengono rilevati a secco (rilievo a secco) o in lamina a caldo producendo ulteriori scarti; poi vanno accoppiate al cartoncino in cartotecnica, foderate e cordonate creando altri scarti; queste vanno poi portate in legatoria dove vengono incollate insieme al blocco degli interni ed ai risguardi che sono stati rilegati insieme, anche qui verranno prodotti scarti di tutto il quantitativo di carta inizialmente ordinata. Successivamente ogni copia singola viene cellofanata singolarmente per proteggerla dall’umidità, può capitare quindi che si riscontri qualche copia difettosa. Ecco perché il preventivo deve essere stilato da chi conosce molto bene ogni fase di produzione per considerare tutte le variabili che possono accadere, come gli scarti e come ogni fase possa agganciarsi a quella successiva affinché il tutto sia concretizzabile senza sorprese, come per esempio dover acquistare altra carta a proprie spese, e può accadere che la stessa non sia più disponibile a magazzino cartiera.

3) Ogni fase può procurare eventuali problematiche non preventivate! Il “grafico”, o meglio dire, l’ingegnere della grafica, deve saper far fronte a tutte le insorgenze di volta in volta nelle fasi di produzione, deve essere pronto a trovare soluzioni idonee in ogni circostanza. Ma se il progetto a monte di tutto è stato ben studiato, gli imprevisti saranno sicuramente ridotti. Esempio: La vernice UV che non àncora bene sulla carta, o il rilievo a secco che la fa leggermente scoppiare, oppure del testo che risulta troppo chiaro o troppo scuro, cosicché il file originario è stato prodotto nel modo più corretto si può agire in fase di stampa regolando i colori nel calamaio, ed ecco perché ogni cosa, in questo lavoro, deve essere “abbondantemente perfetta”.

4) La carta va scelta con molta attenzione. Ogni supporto cartaceo si differenzia appunto da quanto assorbe il colore, dalla durezze e flessibilità che determina l’eventuale rottura in fase di piega e quindi la necessità di cordonare nel modo corretto, eventualmente non con le semplici cordonatrici da tipografia ma con l’eventuale cordonatura da cartotecnica. Inoltre va considerato il lato fibra della carta affinché il colore non si crepi nei punti di piega lasciando spiacevoli righe di crepa bianche al centro del pieghevole proprio dove cade l’occhio. Anche la superficie della carta, liscia o goffrata, naturale usomano o patinata, plastificata o perlata ecc. produce diversi effetti nella stesura del colore, cosicché bisogna sapere come gestire gli sfondi, scegliere le fotografie e i colori idonei al supporto, e si sappia scegliere la lignatura giusta dei punti macchina per pollice adatta al supporto, la pressione dei rulli e la bagnatura, onde evitare che il colore venga steso in modo disomogeneo e le fotografie risultino scolorate.